anamoni (2017)
ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti | ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti | ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti |
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ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti | ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti | ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti |
ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti | ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti | ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti |
ANAMONIMatroos Company ph Antonio Giannetti |
ANAMONI
Ideazione Regia Coreografia - Lisa Rosamilia
Progetto e realizzazione scenografica - Lisa Rosamilia
Musica originale composta e diretta da - Michele Sganga
(Pianoforte Michele Sganga, Violino Lia Tiso, Riprese audio e sonorizzazioni Matteo de Rossi)
Postproduzione musica - Studio Sonicview Roma
Luci - Marco Bilanzone
Visual - Daniele Casolino
Lo sguardo di Anamoni si dilata nell’acqua. Vive connessa a una muraglia galleggiante di porte e finestre, che è casa e scialuppa. E da quel veliero fatiscente osserva il mare e attende. Fluttua l’assenza, la perdita, si disperdono e inabissano visioni, Anamoni tesse la tela dell’attesa. Compone il suo quadro di corde e reti che legano telai di vecchie finestre, la sua fragile imbarcazione, un suggestivo mosaico dove risiede, lavora. Unico rifugio nel mare della sospensione a cui la costringe l’attesa. Attesa di un ritorno e qualcosa che nasca da quelle acque, o attesa di una partenza, di un vento che la spinga lontano da quel luogo sospeso. Tessere e disfare si trasformano in una danza ritmica, temporale, alternata a momenti di stasi fra trame e spazi di tessuto. La musica risuona attraverso i passaggi di fili sulla tela, come se fosse essa stessa a produrli. Anamoni osserva, sta, ripete, tesse tele reali e metaforiche, fila nell’attesa trame e orditi, in un’architettura che imbrogli il tempo, un non luogo dove niente è ancora accaduto e tutto deve ancora succedere, un apparente tempo immobile, che in realtà si consuma in attesa di un divenire.
Spettacolo di TeatroDanza dove oggetto scenografico, composizione coreografica e musica si intrecciano comunicando tra loro. Lo spettacolo prende spunto dalla figura di Penelope omerica rielaborando il personaggio classico nella rappresentazione di un’attesa instabile e mobile, spesso fine a se stessa. Anamoni è una Penelope contemporanea, non c’è realmente nessun uomo da aspettare, né Proci da ingannare, ma solo uno spazio da riempire sempre in bilico con il vuoto e una tessitura che non è inganno del tempo, ma inseguimento e fuga, costruzione e creazione.
La Scenografia e la Danza. La dimensione di Anamoni è una memoria sonora, visionaria e materica. La memoria contenuta nell’oggetto di una vecchia finestra che ha visto, riflesso, atteso, è idea, collegamento e ispirazione alla natura del personaggio e del racconto di Anamoni. L’elaborazione dello spettacolo ha inizio nella ricerca e recupero di vecchi infissi, reti da pesca e materiali in disuso che vengono ricontestualizzati attraverso il lavoro di costruzione della scenografia. La composizione della coreografia nasce ed è strettamente collegata al momento dell’assemblaggio scenografico. Una tela-telaio costruita in sezioni, tessere, stanze, scultura vivente e mezzo necessario al suggerimento danzato. Quadro in cui è simbolicamente racchiusa l’essenza del personaggio stesso, che coniuga passato e presente, accordando la memoria ad una progettualità temporale. La tela, intesa come uno specchio del sé, attraverso giochi di tessuti, video proiezioni, luci e ombre, rimanda all’immaginazione, al disvelamento dell’invisibile, ad una sorta di rovesciamento della realtà. La narrazione si compone attraverso vuoti e pieni, stasi e movimenti di fili che vengono intrecciati, dove il continuo fare e disfare è movimento circolare in cui ogni cosa è eternamente attesa, sperata e rimandata.
La Musica. Originale e composta appositamente per lo spettacolo, alterna momenti di composizione per pianoforte e violino, a sonorizzazioni realizzate dalla stimolazione sonora della scenografia. Dall’osservazione delle tensioni delle corde e dei tessuti sulla tela, e dagli effetti di reazione al movimento del corpo in essi, nasce la musica, che risuona dalla tela come se si trasformasse in un’arpa, un organo, un tamburo, un violino. La descrizione musicale del racconto è realizzata anche attraverso l’utilizzo di sonorizzazioni di elementi naturali legati alla dimensione del personaggio, come onde del mare, cigolii del legno del telaio o di barche, strofinii di fili, il fruscio della sabbia, manipolazioni sensibili delle sonorità delle forme e dell’ambiente.
"Siamo di fronte a una rappresentazione complessa, stordente, a tratti estenuante per impatto emotivo e ricchezza di significati […] ben oltre Beckett, poiché nemmeno il conforto illusorio di un dialogo impossibile e assurdo è presente a colmarne il vuoto […] Scena che è potente allegoria: la proverbiale tela di Penelope diventa la dimora stessa della protagonista […] una performance strabiliante: una danza contemporanea furiosa e frenetica […] ci rimarrà la grande emozione di alcuni momenti in cui le contorsioni disperate di un corpo che sembra di cera fusa si sposano alle vertigini di una musica a tratti indimenticabile." Adriano Ercolani - Ultima Voce
"Anamoni stimola la mente dello spettatore con una miriade di suggestioni sonore e visive tratte dall’immaginario del mare; se la musica è avvolgente e penetrante, la scenografia è pervasiva dello spettacolo e la coreografia racconta l’universo dell’attesa" Alessandra Battaglia – Brainstorming Culturale
"La bravura dell’artista è quel suo “vivificare l’oggetto”, la parete, funi e cavi, creare un dialogo metaforico che mette in gioco il senso di appartenenza che può diventare prigione, l’attesa, il turbamento amoroso, la libertà, la casa, il viaggio e la salvezza [...] Un esperimento pregno di poesia che dell’indefinito si nutre" Agnese Comelli - Recensito
"L'idea di drammaturgia della compagnia Matroos in “Anamoni” supera l'idea di teatro lineare per raccontare la tragedia nella sua costruzione [...] Vederla danzare in quella giungla di corde e finestre sull'oceano traghetta lo spettatore sulla plancia della nave, in balia delle correnti, a godersi il tormentato spettacolo di una donna trascinata su e giù dai flutti delle sue lacerazioni." Riccardo Bassetti - Recensito
ANAMONI
Concept Direction Coreography - Lisa Rosamilia
Project and scenographic creation - Lisa Rosamilia
Original music composed and directed by - Michele Sganga
(Piano Michele Sganga, Violin Lia Tiso, Sound recording Matteo de Rossi)
Music postproduction - Studio Sonicview Roma
Light - Marco Bilanzone
Visual - Daniele Casolino
The look of Anamoni expands into the water. She lives connected to a floating wall made of doors and windows, at same time home and lifeboat. From that crumbling sailing ship she gazes the sea and waits. The absence fluctuates, visions disperse and sink, Anamoni weaves the canvas of wait. She composes her painting of ropes and nets tying old windows fixtures, her fragile vessel, a suggestive mosaic where she lives and works. The only refuge is in the sea of suspension in which she is forced by the wait. Wait of a return and of something rising from that water, or wait of a leaving, of a wind pushing her far away from that suspended place. Weaving and undoing turn into a rhythmic dance, temporary, alternated with stasis moments between wefts and wovens. The music sounds through the passages of the strings on canvas, as if it was the canvas itself to produce it. Anamoni gazes, stays, repeats, weaves real and metaphorical canvas, waiting she interwines warp and weft, in an architecture that dupes the time, a no man’s land where nothing is still occurred and everything still has to happen, an illusory static time, which exhausts itself waiting a becoming.
DanceTheatre show where scenographic object, choreographic composition and music intertwine communicating. The show is inspired by the figure of the homeric Penelope, re-elaborating the classical character into a representation of a precarious and unstable wait, often ending in itself. Anamoni is a contemporary Penelope, there is no man to wait, nor suitors to cheat, just a space to fill, more and more hanging in the balance with the empty space and a weaving that is not deceiving of time, but chase and escape, construction and creation.
The Scenography and the Dance. The Anamoni’s dimension is an auditory memory contained in the object of an old window that saw, reflected, waited, it is an idea, connection and inspiration to the nature of the character and the tale of Anamoni. The elaboration of the show started from the research and recycling of old windows textures, fish nets and disused material reframed during the work of construction of the scenography. The composition of the choreography develops during the assembly of the scenography. A canvas built in sections, cards, rooms, live sculpture and essential mains of the dance inspiration. Painting where is symbolically contained the core of the character, that combines past and present, harmonizing the memory with a time planning. The canvas, intended as a self-mirror, through plays of textiles, video projections, lights and shadows, refers the imaginary, reveals the invisible, a kind of overturning of the reality. The narration is made up of empty and full, stasis and movements of weaved strings, where the continuous doing and undoing is circular movement where everything is eternally waited, hoped and postponed.
The Music. Original and composed specifically for the show, it alternates piano and violin composition, with soundings realized by the auditory stimulation of the scenography. From the observation of the tensions of cords and of textiles on the canvas, and from the reaction to the action of the body with them, arises the music, reverberating from the canvas as if it turned into a harp, an organ, a drum, a violin. The musical description of the story is realized also through the use of voicings of natural elements connected with the dimension of the character, as waves of sea, squeaks of wood of frameworks or boats, rubbing of strings, rustles of sand, sensitive manipulation of the sound of shapes and of the ambient.